domenica 12 febbraio 2012

Quando una banca giapponese ti invita a cena

In occasione del mio ultimo viaggio in Giappone per andare a trovare la famiglia di mia moglie, sapevo gia' che mia suocera stava organizzando per me un simpatico evento.
La banca con cui intrattengono rapporti avrebbe festeggiato in quel periodo i 60 anni dalla fondazione (in effetti avvenuta a seguito di fusione con altro istituto di credito).
Benche' l'invito fosse limitato ai soli correntisti piu' un familiare al seguito per ognuno, mia suocera ha insistito per portare anche il sottoscritto e cosi' mia suocera, mia moglie ed io ci siamo recati alla serata, che si e' svolta presso lo Swissotel di Osaka, a Namba.
Io stesso ci tenevo molto ad andare, poiche' in Italia lavoro in banca; era un modo per sperimentare una situazione simile a quelle che potevo aver visto nel mio paese (conferenze, simposi con la clientela, etc.).
In effetti quando sono in Giappone spesso entro nelle filiali delle banche che incontro, a caso, e rimango nel salone pochi minuti ad osservare come lavorano, qual e' l'attivita' agli sportelli, come la gente si comporta, come sono gli ATM (da noi, i Bancomat per intenderci): deformazione professionale, ma anche interesse socio-culturale.
Tornando al racconto di quella serata, in trepidante attesa mi sono recato all'evento: li', ci sara' stata una platea di circa cinquecento persone nell'enorme sala appositamente attrezzata all'interno dell'hotel per la presentazione di un documentario celebrativo della banca, ove veniva tracciata la storia dell'azienda, gli obiettivi, la presenza sul territorio.
Ovviamente ero l'unico occidentale presente.
Tutto si e' rivelato sorprendente e diverso da come celebrazioni analoghe potrebbero essere organizzate in Italia.
Sicche', dopo la proiezione del video, tutti si sono spostati in un'altra sala capiente, dove ha avuto inizio l'intrattenimento: ecco che il formalismo dell'immagine aziendale impressa nel documentario appena trasmesso, con slide, commenti e background music altisonanti, ha lasciato spazio al divertimento piu' conviviale.
Ha avuto luogo una cena a buffet, con impiegati di banca che aiutavano i camerieri a gestire le portate ed a badare agli invitati; le tavolate erano suddivise per agenzia, ove a presidiare ogni singolo raggruppamento di clientela c'era il direttore della filiale con almeno due bancari che per l'occasione, anziche' proporre finanziamenti ed inserire bonifici, si occupavano che la cena andasse bene, che tutti ricevessero i piatti o che avessero il bicchiere pieno.
Ad un certo punto e' cominciata la riffa, il bingo o, come preferite, la lotteria  a premi.
E' stato cosi' possibile incontrare personalmente il Presidente, il CEO e gli altri diringenti ed un attimo dopo vederli sul palco per effettuare l'estrazione dei numeri abbinati ai premi.



I premi erano in denaro, numerosi voucher del valore complessivo di alcune migliaia di euro, che facevano gola a tutti, anche al sottoscritto (per la cronaca, la nostra famiglia non ha vinto).
Con la conduzione dell'immancabile narratrice, la platea partecipava sentitamente al gioco.



Esauriti i premi ufficiali, per riconquistare l'attenzione della gente, venivano annunciati dei premi extra, inattesi, tra cui  60 kg di pregiatissimo riso nazionale: un chilo per ogni anno dalla fondazione della banca.


Che dire: e' stato veramente divertente. In certi momenti la serata ha assunto una piega quanto mai concitata, con la gente che fremeva per vincere.
Ce li vedreste voi dei bancari in Italia che, fuori orario di lavoro, attendono a simili incombenze, mostrandosi servizievoli nei confronti dei clienti (a prescindere da quello che possano veramente provare) e che si danno da fare in cose che apparentemente non hanno nulla a che spartire con il loro lavoro (benche' possa avere un ritorno in termini di soddisfazione dei correntisti) ?
Inoltre, la serata ha mostrato sotto altri aspetti il carattere del giapponese medio, che da una parte e' inquadrato in attivita' che assorbono la persona sotto ogni profilo, ben oltre l'ordinario, e da un'altra -appena c'e' modo di allentare un po' la presa- rivela tutto il desiderio di divertirsi in maniera festosa, se non addirittura bambinesca.



A fine serata tutti gli impiegati erano schierati all'uscita per salutare i clienti con i soliti mille inchini e consegnare loro un ulteriore omaggio, un pacchetto ben confezionato contenente dei dolcetti.

domenica 29 gennaio 2012

Vivere il quartiere di mattina

Alzarsi dal letto la mattina e gettare uno sguardo fuori dalla finestra per saggiare l'aria e presagire come sara' la giornata, se di sole o di pioggia.
Ci vogliono almeno venti minuti di treno urbano che viaggia in superficie per raggiungere il centro con i suoi grattacieli e vialoni; invece, finche' si rimane ai margini della citta', l'orizzonte e' un'interminabile distesa di tetti di case monofamiliari o di piccoli condomini e , sullo sfondo, si scorgono anche le montagne dell'entroterra.
Dal terrazzino sul retro dell'abitazione si osserva il panorama, negli stretti ambiti che separano un edificio da un altro; si potrebbe anche intravedere qualcuno, con un'occhiata indiscreta attraverso le finestre altrui, se non fosse per le tendine ricamate frapposte alla visuale.

 
Intanto si passa in un'altra stanza, sul lato opposto. Ci si affaccia dall'alto del balcone e si vede che e' ancora un momento molto tranquillo della giornata.


Varcato l'uscio, si procede a piedi fin verso la stazione del treno piu' vicina. Lungo la via principale, costeggiata da un piccolissimo canale percorso dall'acqua, si incomincia ad incontrare movimento; le mura di un tempio shintoista, all'angolo dell'incrocio, delimitano su un versante la piazza della stazione; per il resto ci sono uffici, negozi, caffetterie, un'agenzia immobiliare, una filiale di una banca, la sede della biblioteca rionale.


Per chi non ha fretta e non ha ancora fatto colazione l'occasione e' buona per sedersi in una sala da the' e bere un caffe accompagnato da qualche piccolo sandwichs caldo o freddo oppure da un toast con burro e marmellata. Si possono cosi' incrociare altri avventori, in genere coppie di donne che amano trascorrere la mattinata al tavolo, sorbendo una bevanda calda, chiacchierando e sfogliando riviste; ma ci sono anche giovani madri con i bambini ancora in carrozzina che fanno comunella tutte insieme. Vi sono anche in misura minore alcuni uomini, in genere soli e vestiti in maniera abbastanza dimessa, che trangugiano il loro caffe' insieme a panini o biscotti.
E' un classico locale a conduzione familiare, che impiega a part-time ragazzotte che hanno appena finito gli obblighi scolastici per servire ai tavoli. La struttura vuole richiamare espressamente lo stile di certi bar occidentali presenti nell'Europa continentale. Nulla a che vedere con le grandi catene di ristorazione specializzate (per esempio Starbucks), dall'allestimento sofisticato ed al contempo standardizzato, frequentate da una clientela giovane, se non giovanissima, armata di netbook, di libri da leggere o quantomeno di un cellulare con cui smanettare continuamente.


Procedendo con calma, si possono apprezzare i dettagli della vita di quartiere, senza lasciarsi attanagliare dalla smania di recarsi sempre in pieno centro, dove c'e' un ritmo molto piu' sostenuto, dove si incontrano schiere di gente in movimento frenetico e ci si muove tra architetture moderne ed imponenti.
Restando nel quartiere, invece, si cammina tra vie strette, delimitate da muretti che separano le proprieta' private, si scorgono pasticcerie o forni, lavanderie, botteghe che vendono leccornie fritte, fiorai, negozi di biciclette, piccole conduzioni familiari.
Si puo' camminare a lungo, muovendosi tra le traverse che compongono il vicinato, magari costeggiando ogni tanto una scuola od un'area verde adiacente ad un tempio shintoista.


Talvolta le cose piu' interessanti sono quelle piu' comuni.